Vivere il corpo: la libertà e l’amore

Pubblicato il 15-07-2022 2

Un corpo vivente è un corpo senziente, capace di provare emozioni, pensieri, sensazioni e stati d’animo… Il suo essere vivo lo porta a tendere naturalmente alla libertà e all’amore.

Partendo da questo presupposto il nostro scopo è interrogarci su questa domanda: quali condizioni vanno realizzate per vivere il corpo nella libertà e nell’amore?

Procediamo per gradi: molto spesso sento concepire il lavoro psicologico come un lavoro di comprensione che riguarda emozioni e relazioni che in parte è anche corretto se non fosse per il continuo non considerare la dimensione corporea, aspetto non trascurabile in un percorso di realizzazione integrale.

Per affrontare questo tema innanzitutto bisogna fare una riflessione sul linguaggio che si adotta: quando parliamo di dimensione corporea ci riferiamo solo al corpo e il termine già ti porta fuori strada.

Come minimo dovremmo distinguere un corpo in senso strettamente anatomico e un corpo vivo, intriso di rapporti, emozioni, pensieri e sensazioni.

In tedesco la distinzione è molto chiara, come spiega Husserl si utilizzano due termini: “Körper“ per indicare il corpo oggetto, il corpo che ognuno ha, che occupa uno spazio ed è anatomicamente strutturato in un certo modo e “Leib” che racconta il corpo vissuto.

In italiano il termine più vicino al concetto di corpo vissuto è corporeità, un corpo vivo che tende, come abbiamo premesso, alla libertà e all’amore.

A questo punto dovrebbe sorgere una domanda: ma se il nostro corpo vivo, vissuto, tende naturalmente a realizzarsi nell’amore e nella libertà perché a volte l’esperienza che viviamo è distante da queste realizzazioni?
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Abbiamo detto che il corpo oggetto della psicologia è il corpo vissuto, a questo punto dovremmo chiederci corpo vissuto dove e come.

In quanto esseri umani nasciamo e cresciamo nella relazione, non potremmo sopravvivere senza la presenza e le cure degli altri: si chiama neotenia, è un’insufficienza costitutiva che comporta la necessità di cure e ha come risultante la centralità del rapporto nel processo di maturazione della persona.

Lo sviluppo della nostra identità è un respiro tra interno ed esterno: tra rapporto, interazione, reazione e interiorizzazione dei nostri modi di vivere e reagire all’altro.

Lo sviluppo della nostra identità è psico-sociale, ha a che vedere con l’interno (psychè) e con l’esterno (il sociale, in senso molto ampio, a partire dall’altro più vicino fino ad arrivare alla società e alla cultura che l’altro mi trasmette nel suo interagire, etc.).

Il mio modo di vivere l’altro, le scelte dell’altro nei miei confronti, le mie reazioni a questa interazione unite a processi di identificazione e proiezione in cui interiorizzo aspetti esterni e porto fuori di me vissuti interni… Tutto questo e tanto altro diventa memoria corporea, diventa il modo in cui vivo il corpo, diventa la mia corporeità.

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Chiarito tutto questo, la partita si gioca all’interno di una scelta fondamentale:

nella ricerca della libertà e dell’amore voglio considerare la mia corporeità una configurazione immodificabile e quindi voglio procedere cercando libertà e amore solo all’esterno o voglio innanzitutto ricercare libertà e amore all’interno?

Questa scelta può fare tutta la differenza nella vostra vita.

Partiamo dalla prima ipotesi: considero la mia corporeità data una volta per tutte e inizio a cercare la realizzazione di libertà e amore all’esterno senza interrogarmi sulla mia interiorità, non è forse la proposta della nostra società?

Quante volte sento dire: vorrei trasferirmi su un’isola deserta e vivere serena/o senza scocciature!

Premesso che a ognuno di noi piacerebbe un bel periodo in un’isola deserta, quanto è fuorviante desiderare questa forma di libertà?

Non è forse essere liberi di non prendersi cura della nostra incapacità di saper vivere al meglio il rapporto con gli altri?

E questa assenza di libertà interiore non dipende forse da come abbiamo vissuto la libertà nei precedenti (e a volte attuali) rapporti?

E’ facile notare che il confine tra interno ed esterno svanisce…

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Le domande che dovremmo porci sono:

-posso realizzare una vera libertà all’esterno senza maturare una libertà interiore?

-posso realizzarmi in un amore maturo nel rapporto con un'altra persona prima di aver compreso ed elaborato gli effetti dei miei vissuti nel rapporto con l’altro?

Buona ricerca…
A presto!
Stefano